La Caritas Diocesana di Caserta al Festival Sabir a Roma
Anche quest’anno siamo stati presenti al Festival Sabir, che si è tenuto a Roma. L’evento, che affronta ogni anno varie tematiche riguardanti i flussi migratori e le differenti culture del bacino mediterraneo, quest’anno non ha potuto esimersi da affrontare alcune tematiche di scottante attualità, come i conflitti in atto, le nuove normative migratorie, gli accordi internazionali e la procedura di asilo.
Tuttavia, uno spazio speciale è stato dato anche alla presentazione del film “Io Capitano”, di Matteo Garrone. Una pellicola potente, con una fotografia sbalorditiva, che ha affrontato il tema del viaggio dei migranti attraverso il deserto, la Libia e il mar Mediterraneo.
Ci siamo presentati quindi con Mamadou Kouassi Pli Adama, ormai da oltre un anno impegnato nella promozione dell’opera, in quanto ispiratore della storia. Ma la nota che ha destato più interesse, per le persone presenti, è la vicinanza della Caritas Diocesana di Caserta all’esperienza italiana di Mamadou, che dopo lo sbarco a Lampedusa ha proseguito con essa tutto un percorso di accoglienza prima, e di fuori uscita dallo sfruttamento lavorativo poi. E Mamadou parla dello sfruttamento nella filiera del tabacco, del pomodoro e pure degli scontri di Rosarno. La Caritas di Caserta, era l’unico porto a cui poteva sempre approdare. E lo ripete più volte, raccontando della sua accoglienza alla Tenda di Abramo, alla sua denuncia di fuoriuscita dallo sfruttamento, alla sua permanenza nel progetto “Work Out”. Fino a divenire, oggi, un mediatore e operatore linguistico-culturale apprezzato a livello nazionale.
Fa sempre commuovere sentir parlare Mamadou di quanto siamo stati fondamentali per il suo percorso d’integrazione, e come ripete sempre lui: “Io ho la fortuna di avere un microfono davanti, e quindi di far sapere quello che la Diocesi di Caserta ha fatto per me. Ma sono molti, moltissimi, quelli che potrebbero venire qui a condividere la propria testimonianza”.
Gianluca Castaldi